Amphiprion Ocellaris 'Royal Fancy White'
Biotopo
Barriera corallina.
Comportamneto in natura
Tali Amphiprion instaurano un rapporto di simbiosi con grandi anemoni marini (Stoichactis gigantea, S. kenti, S. mertensil, Heteractis magnifica e Radianthus ritteri); in questi ultimi possono risiedere svariate coppie di pesci adulti e in genere anche una coppia di esemplari giovani.
A differenza degli altri animali marini, i Pesci pagliaccio riescono a penetrare nelle maglie tentacolari degli anemoni assorbendone parti di mucosa a sufficienza e rendendosi così immune all'azione venefica esercitata dalle cellule urticanti presenti nei tentacoli; naturalmente lo scudo protettivo carpito all'Attinia perde le sue proprietà dopo un certo periodo di tempo, pertanto l'Amphiprion deve ripristinare queste difese artificiali sottoponendosi periodicamente al processo di acquisizione del muco protettivo.
L'aggiramento delle difese dell'anemone non si rivela deleterio per l'anemone, anzi ne scaturisce una rapporto di reciproca convenienza mediante il quale L'Amphiprion giace entro il "guscio" tentacolare al riparo da attacchi di eventuali predatori e a sua volta contraccambia l'ospite preservandone l'incolumità messa a repentaglio da molte specie Chaetodon.
Probabilmente questi Pesci pagliaccio possono anche nutrirsi dei crostacei parassitari che debilitano l'organismo dell'anemone.
Tali Amphiprion sono animali diurni che si separano dal proprio ospite prima che sorga l'alba: delimitano la propria zona di caccia nelle acque aperte sovrastanti il loro anemone simbionte.
Similmente a molte specie di pesci tropicali, formano dei territori che difendono da intrusioni di esemplari della stessa specie e genere, anche se non è escluso che tollerino la presenza di animali giovani, che si radunano in piccoli branchi, anch'essi sotto la protezione dei tentacoli anemonari.
Gli ingredienti essenziali tramite cui soddisfano le proprie esigenze alimentari consistono in animali planctonici e alghe; probabilmente si nutrono anche di crostacei parassitari attaccati ai tentacoli dell'anemone.
Analogamente al genere Pseudochromis, tali Amphiprion sono ermafroditi, con la differenza che al pesce più grande è attribuito il sesso femminile; nell'anemone, essi possono formare una piccola comunità composta anche da esemplari giovani.
L'esemplare femminile è quello che mantiene inalterata la formazione degli ormoni sessuali degli altri pesci: quando la sua presenza viene meno, il componente maschile più grande ne prende le veci.
Il rifugio (ubicato nelle adiacenze dell'anemone simbionte) in cui verranno collocate le uova, è pulito preventivamente dal maschio che rosicchia alacremente i ciuffi di alghe che infestano la base del giaciglio.
Quando la femmina raggiunge il maschio l'operazione riproduttiva ha inizio: appena depone le uova, essa comincia a raggrupparle una accanto all'altra premurandosi che esse aderiscano al substrato con l'aiuto di un fibra sottile adesiva; spetta al maschio, dunque, fertilizzarle e preservarle da eventuali pericoli perpetrati dall'anemone.
Per adempiere alle operazioni difensive, esso può (anche congiuntamente alla femmina) emettere dei suoni stridenti. Inoltre, i riproduttori sovrintendono a funzioni di "manutenzione" della progenie: con l'ausilio delle pinne pettorali smuovono le acque sovrastanti le uova e divorano quelle morte o ammuffite.
La schiusa avviene nell'arco di una settimana o poco più, nelle ore immediatamente successive al tramonto o in orari notturni.
Gli avannotti cominciano a nuotare in zone pelagiche anche se non impiegano molto tempo a diventare assidui frequentatori del fondale e a manifestare il legame simbiotico verso gli anemoni.
Trattasi di una specie molto prolifera.
Allevamento
Analogamente agli altri Pesci pagliaccio può essere gestito da un acquariofilo senza alcun patema, anche se è opportuno ricordare che tale specie è abbastanza cagionevole rispetto ai suoi "cugini".
In particolare, i pesci giovani stentano nelle fasi iniziali del regime in cattività anche se dopo poco tempo si riprendono e conducono una vita all'insegna della regolarità.
L'allevamento in piccoli branchi di pesci giovani si rivela alquanto indicato se una grande Attinia è presente in vasca.
Tuttavia, un impianto caratterizzato da spazi angusti e ristretti inasprisce il temperamento dei pesci che risultano aggressivi addirittura in modo mortale nei riguardi dei propri simili.
Tutti gli esemplari di questa specie prediligono nella fase di acclimatazione piccoli crostacei vivi e in seguito si alimentano anche di mangimi animali morti.
La nutrizione delle larve schiuse in cattività denota un iter più complesso: per circa 2 settimane occorre somministrare dei Ciliati marini del genere Euplotes, integrati ad altri microrganismi allevati in particolari acquari come fonte di cibo supplementare; in seguito si può ricorrere a mangimi basati su naupli di Artemia.
I pesci si affezionano alle zone in cui hanno deposto le uova al punto che le usano come zone di riferimento per successivi cicli riproduttivi, questo nonostante il loro anemone abbia scelto un'area diversa rispetto a quella originaria.
Risulta particolarmente promettente l'allevamento di questa specie in acquari di invertebrati, in particolare se gli esemplari sono supportati dalla presenza del loro anemone simbionte.
Caratteristiche fisiche
Il corpo di colore giallo-arancio luminoso è attraversato da ben 3 bande bianche orlate di nero.
Lo sviluppo della banda centrale è proteso anteriormente lungo la linea mediana.
Tutte le pinne, prive di spigolosità, evidenziano la medesima colorazione del corpo e sono bordate da strisce bianche e nere.
La parte centrale del bulbo oculare è contraddistinta da una colorazione nera mentre la testa è connotata dalla forma smussata.
Particolartià
In passato tale specie è stata confusa con Amphiprion percula.
Sussistono differenze di stampo morfologico e cromatico tra i maschi e le femmine; queste ultime sono più voluminose (i maschi sono più snelli e denotano un tasso di crescita palesemente inferiore) e palesano un'angolatura della seconda fascia bianca più ampia rispetto a quanto visto per il maschio.
In questa specie è piuttosto evidente il dimorfismo sessuale.
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